Passare dall’unione dei beni alla separazione è possibile, ma è necessario seguire una procedura ben precisa. Ecco quale.
In una coppia sono tante le decisioni che devono essere prese, non solo in merito a convivenza o matrimonio, ma anche in merito alla gestione dei rispettivi patrimoni. E’ bene quindi valutare con cognizione di causa quale sia la soluzione che si ritiene migliore per le proprie esigenze, pur sapendo che potrebbe non trattarsi di una decisione definitiva. Se lo si ritiene opportuno, è infatti possibile passare dall’unione dei beni alla separazione, pur sapendo però che si tratta di un atto di cui devono essere convinti entrambi.
Una mossa come questa può essere ritenuta opportuna non esclusivamente quando ci si sta per separare, anche se in questi casi è più che naturale optare per questa soluzione. E’ comunque necessario seguire una procedura ben precisa, che è bene conoscere per non andare incontro a problemi.
Come passare dall’unione alla separazione dei beni: la procedura
Cambiare il regime patrimoniale che era stato deciso dai componenti di una coppia è possibile in ogni momento, non solo quando i due hanno scelto di prendere strade diverse. Quando ci si sposa si instaura in maniera automatica la comunione dei beni, soluzione che porta a condividere ogni aumento di ricchezza, anche se a lavorare dovesse essere solo uno dei due coniugi. E’ comunque possibile agire diversamente se lo si dovesse ritenere opportuno.
A volte però con il trascorrere del tempo situazioni e idee possono cambiare, per questo si può passare dall’unione alla separazione dei beni, soprattutto per alcune motivazioni ben precise. In genere questo avviene quando si annulla il matrimonio, con la morte di uno dei due coniugi, con la sentenza di divorzio, in caso di dichiarazione di assenza o morte presunta di uno dei due coniugi o quando uno dei due coniugi fallisce.
E’ possibile effettuare la modifica pur continuando a restare sposati, ma è necessario che entrambi siano d’accordo. Non si può procedere all’insaputa dell’altro, tutto deve essere confermato davanti a un notaio. Il professionista avrà poi il compito di annotare il tutto sull’atto di matrimonio, in modo tale che sia opponibile a tutti, creditori compresi.
Nella maggior parte dei casi si può comunque optare per il passaggio dall’unione dei beni alla separazione quando si decide di separarsi, realizzando quella che si chiama divisione dei beni. Quando tutto è definito cessa il regime di coacquisto e tutti i beni acquistati singolarmente da ciascun coniuge rimangono di proprietà dello stesso. Non si può comunque prescindere dalla divisione dei beni comuni, che dovranno essere divisi in maniera equa. Questa azione può avvenire secondo due differenti modalità, convenzionale (di comune accordo) o giudiziale (è uno dei due coniugi che la propone all’altro). Grazie alla legge su divorzio breve adottata recentemente, i tempi si sono notevolmente accorciati.
In entrambi i casi ci sono dei costi che devono essere sostenuti. ll primo riguarda l’onorario del notaio a cui ci si affida, a cui si aggiunge quello per la valutazione dei beni comuni, volto anche a capire cosa farne.