Pensioni anticipate e ‘trappole’ delle nuove quote: alcuni pensionati si ritroveranno a dover restituire gli assegni ricevuti.
Sta diventando un dramma per molti pensionati e purtroppo il problema potrebbe creare disagi insormontabili per tante famiglie. Le pensioni anticipate di Quota 41 hanno fatto sì che un relativo piccolo gruppo di italiani riuscisse ad andare in pensione in anticipo rispetto agli altri lavoratori, grazie agli anni di lavoro maturati da giovani.
Adesso però gli anticipi pensionistici stanno portando problemi relativi ad alcune ‘clausole’ che hanno creato disagi a diverse persone, che si sono ritrovate a dover restituire l’intero importo ricevuto nei mesi.
Un vero dramma considerando che ad oggi con una pensione a mala pena si riesce ad arrivare a fine mese. Il dover consegnare la pensione indietro sotto richiesta dell’Inps diventa quindi una tragedia sulla tragedia, causando indebitamenti sproporzionati di persone che hanno comunque un’età avanzata e per le quali non è facile rimettersi in gioco con lavori continuativi che riescano a dare una stabilità economica. Ma perché si incappa nella restituzione degli interi assegni?
Il problema sorge per quanto riguarda coloro che sono rientrati nella Quota 41 ma che non hanno rispettato le direttive richieste. Quando si va in pensione anticipata, non si percepirà l’intera quota contributiva prevista, ma una parte ridotta, fin quando poi non si raggiungerà l’età effettiva per la pensione: a quel punto si potrà ricevere tutta la quota che spetta di diritto. In questo contesto, succede che anche rientrando nella Quota 41, e richiedendo l’anticipazione della pensione, ci si trova a non riuscire ad arrivare a fine mese.
Per questo problema tante persone hanno deciso di non abbandonare del tutto l’occupazione, di trovare qualche lavoretto per arrotondare le entrate annue ottenute con il pre-pensionamento. Un requisito previsto per accedere alla pensione con quota 41 anni è l’aver accumulato almeno 12 mesi di lavoro al compimento dei 19 anni di età. A diversi pensionati che sono rientrati nella forma di pre-pensionamento è poi arrivata una lettera INPS in cui si richiedeva il risarcimento.
Questo perché fino al momento in cui non si sarebbe entrati nel periodo di pensionamento effettivo, non si avrebbe avuto il diritto a lavorare. Nei 10 mesi di anticipo concessi dalla Quota 41, quindi, non si possono dichiarare seconde entrate. Non avendo rispettato il vincolo imposto dalla misura, purtroppo andranno rimborsati i contributi ricevuti da parte dell’INPS nell’intero periodo, si può però far richiesta di rateizzazione.
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