Andare prima in pensione è il sogno di molti ma bisogna anche fare attenzione a non rimetterci troppo. Vediamo come si calcola l’assegno.
Smettere di lavorare prima dei fatidici 67 anni previsti dalla legge Fornero è il sogno di molti lavoratori. Tuttavia bisogna farsi bene i conti per non rischiare di perdere un mucchio di soldi.
In pensione prima sì ma se l’assegno diventa troppo misero allora non conviene. La legge Fornero – entrata in vigore nel lontano 2011 – ha stabilito che per poter andare in pensione occorre avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Andare in pensione un po’ prima, tuttavia, è il sogno di molti lavoratori che vorrebbero avere più tempo per se stessi e per la propria famiglia.
Ci sono casi in cui è possibile andare in pensione prima. Ad esempio la stessa Fornero dà la possibilità di uscire dal lavoro a qualunque età purché gli anni di contributi siano almeno 42 e 10 mesi per gli uomini oppure 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma la domanda che molti si pongono è se conviene andare prima in pensione oppure no. Vediamo cosa suggerisce il nostro attuale sistema previdenziale.
Pensione: ecco come calcolarla
Molti lavoratori vorrebbero accedere alla pensione anticipata ma sono frenati dal fatto di ritrovarsi con un assegno previdenziale troppo basso per riuscire ad andare avanti. Vediamo come viene calcolata oggi la pensione.
Fino al 31 dicembre 1995 l’importo delle pensioni veniva calcolato con il sistema retributivo. Questo sistema non teneva conto dell’età ma solo della media delle ultime retribuzioni percepite da un lavoratore. Di conseguenza molte persone sono uscite da lavoro a poco più di 50 anni con un ottimo assegno mensile. Dal 1996, invece, è cambiato tutto.
Con la riforma Dini, a partire dal 1996, è entrato in vigore il sistema di calcolo contributivo puro. Questo metodo calcola la pensione tenendo conto solo di due elementi: il totale dei contributi versati nell’arco di tutta la carriera lavorativa e l’età a cui una persona va in pensione. Infatti l’importo della pensione, con il sistema contributivo puro, si calcola in questo modo: l’insieme dei contributi versati – detto montante contributivo – viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione che aumenta con l’aumentare dell’età anagrafica di un soggetto.
Di conseguenza andare in pensione prima può comportare grosse perdite per un lavoratore. In media si possono registrare perdite anche del 31% rispetto allo stipendio. Ci sono casi poi in cui l’assegno previdenziale non può mai superare una certa soglia. Ad esempio chi decide di accedere alla pensione anticipata con Ape sociale, non potrà mai avere un assegno mensile superiore ai 1500 euro e non avrà né la tredicesima né la quattordicesima. Chi opta per Quota 103, invece, a partire dal 2024, non potrà avere un assegno mensile superiore a 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps.