L’Alzheimer è la forma più comune di demenza, al momento senza cura. Ma una speranza arriva oggi da una pillola che conosciamo molto bene
Tra le malattie neurodegenerative, quella di Alzheimer è sicuramente una di quelle che crea maggiore sofferenza. Non solo in chi ne è afflitto, ovviamente. Ma anche in chi assiste i malati, che li vede, lentamente ma inesorabilmente, perdere ogni funzione cognitiva, fino a spegnersi.
Oggi, contro questo terribile male, arriva una nuova speranza e, incredibilmente, da una pillola già usata da milioni di persone.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce il cervello, portando a una perdita graduale delle funzioni cognitive, tra cui memoria, ragionamento e capacità decisionali. È la forma più comune di demenza, rappresentando circa il 60-70% dei casi di demenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ci siano 47,5 milioni di persone affette da demenza nel mondo e prevede che questo numero potrebbe raggiungere i 75,6 milioni nel 2030 e quasi triplicare nel 2050, arrivando a 135,5 milioni.
Nonostante sia stata descritta per la prima volta all’inizio del 1900 e nonostante la ricerca abbia fatto già passi da gigante, non esiste ancora una compiuta terapia per affrontare efficacemente questo male che porta chi ne è affetto a non ricordare più nulla, né, addirittura, a riconoscere i nostri stessi cari.
I sintomi dell’Alzheimer possono variare da persona a persona, ma comunemente includono difficoltà di memoria a breve termine, confusione, difficoltà a svolgere attività quotidiane e cambiamenti nella personalità. L’età avanzata è il principale fattore di rischio, ma ci sono anche fattori genetici, ambientali e di stile di vita che possono contribuire allo sviluppo della malattia. Un vero e proprio dramma su cui, oggi, si accende una piccola fiammella di speranza.
La pillola già sul mercato che può contrastare l’Alzheimer
Come detto, la speranza arriva da una pillola già molto nota e sul mercato dalla fine degli anni ’90. Ma oggi uno studio condotto dai responsabili del nuovo ospedale Yorker Mount Sinai, dagli Stati Uniti ci dice che possa essere decisiva nel ridurre il rischio di Alzheimer.
Lanciata dalla Pfizer è la cosiddetta “pillola blu”. Il citrato di sildenafil, noto commercialmente come Viagra, è un farmaco sviluppato dall’azienda Pfizer e utilizzato principalmente come rimedio contro la disfunzione erettile. I dati, pubblicati sulla rivista scientifica Studies in Health Technology and Informatics, mettono in evidenza come il sildefanil, possa inibire un enzima (PDE5) importante per la trasmissione dei segnali luminosi dalla retina dell’occhio al cervello ed è associato a un rischio inferiore del 60% di sviluppare la malattia di Alzheimer.
I ricercatori hanno analizzato più di 27.000 persone di età superiore ai 65 anni, confrontandole con coloro che non assumevano il Viagra. Per ora, gli autori dello studio possono solo suggerire la possibilità che il sildenafil riduca il rischio di questa malattia. Si tratta di quelli che la scienza definisce, di solito, risultati “promettenti”.