Approvata dalla Camera la modifica all’articolo 33: ora lo sport è un diritto costituzionale, si apre una nuova era.
Lo sport permette non soltanto di tenere allenato il corpo, ma anche la mente e lo spirito; ai più piccoli poi, insegna valori fondamentali nella vita e anche a fare gruppo insieme agli altri ragazzi, specie se si tratta di giochi di squadra.
Chiunque, anche a livello amatoriale nel parchetto sotto casa, si è trovato a coltivare la sua passione per il Calcio, per il Basket, per la Pallavolo oppure per qualsiasi altro tipo di sport, non soltanto i più popolari e praticati in Italia.
Un’occasione davvero unica, per grandi e bambini, quella di fare sport: ora è diventato un diritto ed entra a far parte della Costituzione italiana: un evento epocale per la nostra Repubblica, ecco la nuova formula dell’articolo 33.
Fare sport diventa un diritto: ora è nella Costituzione italiana
La Camera ha approvato la riforma costituzionale in materia di attività sportiva: è questa la bella notizia che arriva per tutto il movimento in queste ultime ore. La votazione ha portato ad una maggioranza dei due terzi dei componenti della Camera: 312 sono stati infatti i voti favorevoli per la nuova formula dell’articolo 33 della Costituzione.
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” si legge all’inizio dell’articolo, in cui ora compare anche un passaggio davvero fondamentale. “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“; un grande obiettivo raggiunto, partito con l’attività del deputato Mauro Berruto, ex CT della nazionale italiana di Pallavolo.
Grazie a questo traguardo, lo sport acquisisce ancora più significato nel nostro Paese, ma non solo; il nuovo articolo 33 sarà il primo decisivo passo per una serie di altre iniziative legislative a supporto dello sport, a partire dal mondo della scuola. Oltre a vari finanziamenti, potrebbero essere rafforzate le collaborazioni tra scuole e federazioni, così da far crescere determinati movimenti (come succede in tanti Paesi esteri) di pari passo con la formazione e e l’insegnamento scolastico.