Una malattia provoca la maggior parte dei casi di demenza. Da qui l’importanza della prevenzione, del trattamento e del riconoscimento dei sintomi.
Esattamente il giorno 21 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, la forma di demenza più comune. Con questo termine si intende un insieme di sintomi provocati da disordini che colpiscono il cervello. La demenza non è una malattia specifica ma le conseguenze sono devastanti. Colpisce la capacità di pensiero, il comportamento, limita le azioni quotidiane da poter svolgere. Pian piano le facoltà mentali iniziano un declino talmente grave da peggiorare notevolmente la qualità di vita delle persone.
Tra le forme di demenza più comuni c’è l’Alzheimer (50/70% dei casi). Questa patologia è causata dalla riduzione delle dimensioni e del numero delle cellule celebrali tale da rendere impossibile la comunicazione nel cervello. Le cellule continuano a morire progressivamente rendendo le funzioni cognitive di chi soffre di Alzheimer sempre meno efficienti. Ecco perché la malattia è progressiva e irreversibile. La diagnosi precoce è l’unico modo per rallentare il deterioramento delle funzioni cognitive. Ecco perché è importante conoscerne i primi sintomi.
I sintomi dell’Alzheimer, la forma di demenza più comune
Solitamente l’Alzheimer insorge intorno ai 60 anni. Riconoscere la malattia è inizialmente molto difficile dato che i sintomi sono subdoli, difficilmente riconoscibili. Solo quando si iniziano a perdere le prime funzioni in modo evidente si ipotizza la patologia.
Occorre prestare attenzione a cambiamenti frequenti e persistenti nella memoria, soprattutto con riferimento a ricordi recenti. Tra i sintomi anche disturbi del linguaggio, difficoltà a trovare parole semplici e d’uso comune e una comunicazione vaga.
Si può manifestare anche la perdita di interesse verso attività che precedentemente generavano entusiasmo e la sempre crescente difficoltà ad eseguire compiti di routine. Sono sintomi della più comune forma di demenza anche la tendenza a dimenticare persone e luoghi noti, l’incapacità di rispondere a domande banali e di organizzare la propria vita.
Quando la malattia avanza, poi, intervengono altri sintomi piuttosto gravi come la malnutrizione, la difficoltà di deglutizione, ulcere da decubito a causa dell’immobilità, la trombosi venosa e l’aumento del rischio di infezioni.
Per evitare di iniziare una terapia che contrasti i sintomi (una cura non esiste ancora) troppo tardi occorre consultare il medico non appena si ha un minimo sospetto di soffrire della patologia. Lo specialista è il neurologo. In questo modo si potranno aumentare le attività che ritardano l’insorgenza della malattia. Uno stile di vita sano, eliminando alcol e fumo e praticando attività fisica può essere di grande aiuto.