Un sostegno economico per le spese riguardanti i figli. Ecco cosa sono il bonus gioventù ed il reddito di infanzia e quando potrebbero entrare in vigore
Una nuova agevolazione che andrebbe ad affiancare l’assegno unico universale e che è stata pensata sempre nell’ottica di sostenere la crescita dei figli e di contrastare la denatalità. Se ne parla ormai da tempo ed il governo sta valutando con attenzione questa proposta per capire se vi sia la struttura economica che possa sostenere un intervento di questo tipo.
Stiamo parlando del cosiddetto Reddito di infanzia, un assegno erogato mensilmente alle famiglie e rivolto nello specifico ai figli da 0 a 6 anni di vita; e del successivo Bonus Gioventù che andrebbe a sostituire il reddito di infanzia venendo erogato sempre a cadenza mensile a partire dai 7 anni di età e fino ai 25.
In merito a questi due aiuti economici si è molto parlato anche degli importi che dovrebbero essere previsti per ogni figlio. Nel caso del reddito di infanzia si tratterebbe di 400 euro mensili e – fatti i dovuti calcoli – ogni famiglia potrebbe ottenere in sei anni ben 28.800 euro. Di misura più ridotta sarebbe invece il bonus gioventù, il cui importo dovrebbe essere pari a 250 euro ma che verrebbe destinato ad ogni figlio per ben 18 anni.
Entrando nel merito del reddito di infanzia, esso dovrebbe essere riconosciuto alle famiglie il cui reddito non è superiore ai 90mila euro l’anno. Inoltre per i nuclei monogenitoriali e per le famiglie con figli che hanno disabilità, sarà previsto un assegno di importo superiore ai 400 euro al mese. Per quanto riguarda invece l’assegno di gioventù, il requisito richiesto sarà la continuazione, da parte dei figli, degli studi. Dovranno pertanto risultare iscritti alle scuole medie, superiori e all’università. Se il primo bonus vuole incentivare la natalità, il secondo punta dunque a favorire l’istruzione dei giovani.
Specifichiamo che si tratta al momento solo di proposte di legge non definitive e che, dunque, non è dato sapere – ad ora – se manterranno questa struttura e, soprattutto se e quando potrebbero entrare in vigore. Certo è però il fatto che si tratterebbe di due misure cumulabili con l’assegno unico, il contributo destinato ai figli partirà dal settimo mese di gravidanza della madre fino al compimento del 21esimo anno di età. Bisognerà attendere la manovra di bilancio per capire se queste proposte verranno o meno concretizzate dall’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
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